Lucia Libondi

Lucia Libondi

Biografia

44 anni

Residente in centro storico.

Attualmente impiegata nelle risorse umane.

Laureata in Storia dell’arte e laureanda in Filosofia da sempre attenta ai temi etici, culturali e ambientali. Ex danzatrice, ex organizzatrice di mostre, una malattia cronica invalidante mi ha costretto a cambiare vita ma mi ha insegnato a combattere le mie battaglie e ora vorrei impegnarmi per combattere quelle della comunità vicentina.

Mi candido perché Vicenza diventi una città più contemporanea, più verde, più inclusiva e vitale.

C’è una emergenza idrica e ambientale da affrontare, sono convinta che il cambiamento passi, oltre che dalle istituzioni, anche dall’educazione dei cittadini a delle abitudini più sostenibili per la comunità.

Mi impegnerei come prima cosa a promuovere e migliorare il trasporto pubblico: in molte città europee i cittadini si muovono normalmente con i mezzi pubblici, prendendo l’auto solo come ultima opzione. Bisogna promuovere questa cultura e agevolare i cittadini in questo cambiamento di prospettiva.

Abitando in centro storico sono amareggiata nel vedere molte piccole attività dover chiudere perché non riescono a fronteggiare i costi di gestione. Sono sempre di più i locali commerciali vuoti e le attività che resistono non sono in gran parte realtà locali. La mia visione è quella di un centro storico vivo, sia dal punto di vista commerciale che culturale, vivo e vissuto da tutti i cittadini e di conseguenza anche più sicuro. Bisogna riportare le attività in centro, aumentare le aree verdi e far rivivere i parchi, promuovere spazi di aggregazione e condivisione per i giovani e per i meno giovani.

La salute è il tema più importante e riguarda tutti. La salute passa anche da una città meno inquinata e più sostenibile ma questo non basta. A livello locale possiamo educare alla diversità, all’inclusione e attrezzare la città per fare in modo che tutti possano viverla. Il mio impegno si concentrerebbe nella salute declinata al femminile, sulle malattie cosiddette invisibili e sulle patologie che non sono ancora riconosciute a livello “burocratico” ma che affliggono tanti concittadini che, a causa del mancato riconoscimento, non possono avere un minimo di tutela da parte delle istituzioni.